Categoria: Consumatori Italia

  • Codacons, nel 2017 stangata da 986 euro a famiglia

    Codacons, nel 2017 stangata da 986 euro a famiglia

    ROMA. 28 DIC. Nel corso del 2017 gli italiani si prenderanno una stangata di circa 986 euro a famiglia per gli aumenti dei prezzi e delle tariffe.

    Ad affermarlo è il Codacons secondo il quale l’anno prossimo ci sarà una ripresa dei prezzi al dettaglio, rimasti fermi nel corso dell’intero 2016.

    “La crescita dei listini determinerà, esclusi gli alimentari – precisa il Codacons – una maggiore spesa pari a 302 euro a famiglia, mentre per gli alimentari occorrerà mettere in conto 193 euro in più.

    Aumenti anche nel settore della ristorazione (+28 euro). Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare una maggiore spesa pari a 64 euro, mentre viaggiare sulle autostrade comporterà un aggravio medio di 35 euro con i gestori autostradali che hanno già presentato al Ministero dei trasporti le richieste di aumento delle tariffe per il 2017.

    Per i servizi bancari si spenderanno 16 euro in più rispetto allo scorso anno, 7 euro aggiuntivi per i servizi postali.
    Torneranno a crescere anche le tariffe Rc auto, e assicurare una automobile costerà mediamente 10 euro in più.

    Il Codacons prevede rincari anche nel settore energetico causato anche da un rialzo del petroliocon le bollette (luce e gas +29 euro) e i rifornimenti di carburante (+175 euro).

    Costerà meno il canone Rai, che scende da 100 euro a 90 euro, mentre per scuole, mense, libri ed istruzione in generale la spesa media di un nucleo familiare salirà di 45 euro.

    Leggeri incrementi sono previsti anche per le spese sanitarie con 37 euro in più.

  • Cassazione, non si deve comunicare chi guidava se la notifica non è immediata

    Cassazione, non si deve comunicare chi guidava se la notifica non è immediata

    ROMA. 28 DIC. Se l’amministrazione non notifica in modo tempestivo al proprietario del veicolo il verbale per l’infrazione al codice della strada non può poi multarlo perché non ha comunicato alle autorità chi era al volante dell’auto al momento della violazione addebitata, ad esempio l’eccesso di velocità rilevato da strumenti di accertamento elettronico.

    Tale principio emerge dall’ordinanza 26964/16, pubblicata il 23 dicembre dalla sesta sezione civile della Suprema Corte.

    E’ stato, infatti, accolto il ricorso dell’automobilista con lo stop all’ordinanza-ingiunzione notificatagli dalla prefettura per la violazione dell’articolo 126 bis Cds, la disposizione sulla patente a punti che in caso d’inosservanza prevede una sanzione da 284 a 1.133 euro.

    E ciò perché l’ente impositore, ad esempio il Comune, può pretendere che il proprietario del veicolo renda note le generalità del trasgressore soltanto quando notifica in modo tempestivo il verbale di accertamento dell’infrazione sottesa: va infatti dato rilievo «al ridottissimo scarto temporale tra lo spirare del termine di cui all’articolo 201 Cds e la notifica effettiva». Diversamente, come riconoscono gli stessi “Ermellini”, non si può esigere che il titolare del veicolo ricordi chi fosse alla guida dell’auto il giorno in cui la macchina è stata multata.

  • MPS, risparmiatori non dormono notti tranquille

    MPS, risparmiatori non dormono notti tranquille

    ROMA. 21 DIC. Il governo Gentiloni incassa il via libera di Camera e Senato al “Salvarisparmio”, cioè si spenderanno 20 miliardi di euro per interventi sul sistema bancario italiano.

    Le due Camere, concordi, hanno votato per questo accredito che si andrà a sommare al già alto debito pubblico italiano. Con la votazione favorevole al finanziamento, il titolo del Monte dei Paschi di Siena che, in mattinata, aveva toccato nuovi minimi storici, ha recuperato terreno. Sono attesi in serata i risultati della nuova offerta di conversione agli obbligazionisti retail. Ma lo Stato ha gli strumenti per intervenire?

    Potrebbe nascere una nuova soluzione, cioè un salvataggio tutto a carico di azionisti, obbligazionisti e correntisti. A questo punto sono in molti a chiedersi: chi rischia di più in questo momento? Quali saranno gli scenari dei prossimi giorni e mesi?

    Possiamo dare alcune indicazioni su questo scenario per nulla rassicurante: chi ha una cassetta di sicurezza o è titolari di conto titoli, non corre alcun rischio perché la banca svolge solo il ruolo di custode dei beni o degli investimenti.

    Possiamo dire che titolari di conto corrente sono gli ultimi ad essere coinvolti e lo sarebbero solo nel in cui caso si applicasse il “ bail-in ”, cioè  chi ha depositi sopra i 100 mila euro e, solo per la parte superiore a quella soglia, può rischiare delle perdite.

    Il patrimonio dei fondi è separato da quello dell’istituto, mentre, nel secondo caso, la banca ha solo una delega per la gestione. Non c’è quindi alcun rischio. Qui però le informazioni che possiamo dare sono più preoccupanti e variano anche nel breve periodo.

    Gli obbligazionisti subordinati della banca MPS, tra i titolari di bond, sono invece i clienti più a rischio di perdite. Nel caso in cui la banca dovesse ottenere il salvataggio privato chi convertirà si troverà in mano titoli Mps, esponendosi così alle incertezze sul rilancio della banca, mentre chi non convertirà conserverà le proprie obbligazioni e verrà rimborsato a scadenza.

    Se però, le conversioni fossero più del dovuto risicate, Mps potrebbe non trovare i 5 miliardi necessari per evitare l’intervento dello Stato con il conseguente “burden sarin”. In tal caso i bond subordinati verrebbero convertiti in azioni, purtroppo forzatamente, ma a un rapporto di cambio inferiore a quello offerto dalla banca che darà azioni per un controvalore compreso tra l’85% e il 100% del valore nominale dei bond. Qui c’è il dilemma tra conversione e non conversione di cui sono prigionieri gli obbligazionisti. In caso di “burden sarin” i 40 mila piccoli risparmiatori che hanno sottoscritto oltre 2 miliardi di bond subordinati Mps possono anche sperare in un recupero perdite da parte dello Stato, che dovrà però essere compatibile con le regole europee, ad esempio provando che c’è stato un caso di vendita inadeguata a soggetti che non erano in grado di capire i rischi dei titoli che andavano ad acquistare. Antonio Bovetti

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  • Dieselgate, in Italia si va verso una class action con l’APDEF

    Dieselgate, in Italia si va verso una class action con l’APDEF

    Dieselgate, in Italia si va verso una class action con l’ APDEF

    GENOVA. 1 DIC. Ieri sera all’Hotel Savoia si è tenuto un incontro ad opera di APDEF, l’Associazione Europea per la Difesa dei Diritti dei Consumatori finalizzato ad informare ed aiutare le vittime del “dieselgate”, lo scandalo delle emissioni truccate, che coinvolge oltre 700.000 proprietari di auto in tutta Italia.

    Mentre negli Stati Uniti la querelle avanza spedita dopo l’accordo da 14,7 miliardi di dollari con le autorità governative, in Europa si procede a rilento. Infatti su un totale di circa 8,5 milioni di vetture solo il 10% è stato richiamato per la riparazione e in Italia le cose non vanno di certo meglio. L’Antitrust ha sanzionato il costruttore tedesco per soli 5 milioni di euro, mentre il primo rapporto del Ministero delle Infrastrutture non ha chiarito definitivamente la presenza o meno dei dispositivi illegali sulle auto analizzate.

    Durante l’incontro, il Presidente e fondatore di APDEF , l’avv. Francesc G. Rafanell, l’avv. Irena Saba, responsabile APDEF Italia e l’avv. Valentina Lugarà referente APDEF Genova hanno spiegato ai consumatori genovesi quali siano le “armi” in loro possesso per potersi rivalere sul costruttore tedesco in sede civile e penale, illustrando oltre alle azioni singole attuabili, l’adozione della class action:

    “Le possibilità concrete di poter ottenere un risarcimento non mancano – commenta Francesc Garcia Rafanell, presidente e fondatore di APDEF – infatti, abbiamo ottenuto, lo scorso ottobre, una vittoria storica a Valladolid, in Spagna: il giudice ha condannato VW a pagare, a un nostro assistito, un risarcimento pari al 10% del valore del veicolo al momento dell’acquisto, per la precisione 5.006 euro, più le spese giudiziarie. Questa è una sentenza storica che apre un precedente molto importante anche per l’Italia”.

    “Ovviamente oltre alla domanda di risarcimento danni – continua Rafanell – si può scegliere di sostituire il veicolo o si può richiedere l’annullamento e/o la risoluzione dell’acquisto dell’auto, questo comporta la restituzione della stessa da parte del proprietario, che riceverà in cambio l’importo in denaro corrispondente, ma sarà risarcito anche del valore affettivo, nonché degli interessi legali.”

    “In aggiunta alle possibilità di indennizzo con azioni singole stiamo valutando – spiega Francesc Garcia Rafanell, presidente e fondatore di APDEF – un’ulteriore soluzione che tenga in considerazione la class action. Infatti, riunendo un grande numero di iscritti, si riescono ad abbassare i costi i istruttoria fino a soli 100 euro e, come è avvenuto in Spagna e Francia, la stessa Volkswagen è più propensa ad ascoltarci. Chiediamo per questo la massima partecipazione alle nostre riunioni, così da essere sempre di più e sempre più forti nei confronti dell’azienda”.

    “In ultimo raccomandiamo a tutti i proprietari dei veicoli coinvolti di non portare assolutamente l’auto a far riparare, la sostituzione del software, infatti – conclude l’avv. Rafanell – potrebbe portare a un malfunzionamento della vettura.”

    Maggiori informazioni si possono avere contattando il numero unico nazionale + 39 3917547650 o scrivendo all’indirizzo email: info@apdef.it.

  • Cassazione respinge come inammissibile ricorso Codacons contro referendum

    Cassazione respinge come inammissibile ricorso Codacons contro referendum

    Cassazione respinge come inammissibile ricorso Codacons contro referendum

    ROMA. 28 NOV. Le Sezioni unite della Cassazione hanno respinto come inammissibile il ricorso del Codacons contro il quesito referendario e l’ordinanza dell’Ufficio centrale per il referendum.

    Tale ordinanza – hanno stabilito le Sezioni unite – non ha natura di atto giurisdizionale e quindi non può essere impugnata per via giurisdizionale, “men che mai dinanzi alla corte di Cassazione” di cui l’Ufficio per il referendum “costituisce un’articolazione interna”, si legge nella sentenza.

    La Corte costituzionale ha convocato una camera di consiglio straordinaria per esaminare un’istanza proveniente sempre dal Codacons e relativa al referendum.

    Il Codacons chiede di sollevare un conflitto d’attribuzione di fronte alla Consulta tra l’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione e i cittadini elettori rappresentati dal Codacons.

    La Consulta deve ora verificare in via urgente se il conflitto sia ammissibile.

  • Vetro nello stracchino Granarolo, ritirato dai market lotto Z6326Y

    Vetro nello stracchino Granarolo, ritirato dai market lotto Z6326Y

    Vetro nello stracchino Granarolo, ritirato dai market lotto Z6326Y

    BOLOGNA. 28 NOV. Per la presenza di pezzi di vetro nello stracchino cremoso Granarolo Auchan e Simply hanno richiamato le confezioni da 170 grammi che fanno parte del lotto numero Z6326Y e con scadenza minima dell’11 dicembre 2016 prodotto da Granarolo S.p.A. di Bologna.

    Le catene della grande distribuzione raccomandano ai clienti di non consumare il prodotto di tale lotto e di riportare al punto vendita per il cambio o il rimborso.

    Tutti gli altri prodotti Granarolo presenti sugli scaffali si possono consumare tranquillamente.

    Non si sa quali altre catene di supermercati sono interessate.

  • Presunte Sim false, Telecom Italia assolta

    Presunte Sim false, Telecom Italia assolta

    Sim Telecon Italia

    MILANO. 26 NOV. Telecom Italia e 75 persone sono state assolte dai giudici del Tribunale di Milano “per non aver commesso il fatto”, nell’ambito del processo su una presunta truffa sulle sim card tra il 2007 e il 2009. Tra i 75 assolti, in buona parte sono ex-dipendenti Telecom e gestori di punti vendita Tim erano stati rinviati a giudizio assieme alla società nel 2014.

    Nell’accusa si dichiarava che oltre 500mila schede sim sarebbero state false perché intestate a persone inesistenti o inconsapevoli. Perciò le accuse erano di associazione a delinquere (solo per i dipendenti Telecom), finalizzata alla ricettazione di schede sim e documenti d’identità (intestati a persone mai esistite o inconsapevoli) e falso in relazione, oltre agli stessi documenti di identità, ai contratti di attivazione delle schede e alle dichiarazioni di liberatoria per il trattamento dei dati personali.

    Gli ex dipendenti Telecom, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, avrebbero preso accordi con i gestori dei punti vendita incriminati per permettere la compilazione di falsi contratti e, quindi, attivare illecitamente la scheda sim. I primi avrebbero ottenuto bonus e incentivi per via dell’incremento di schede messe in circolazione, e i dealer il guadagno sul prezzo lievitato per il “servizio” aggiuntivo offerto.

    Telecom era stata indagata per non avere adottato modelli di prevenzione dei reati da parte dei responsabili del canale etnico e per non avere vigilato sulla correttezza del lavoro dei dipendenti. Un impianto accusatorio, quello sostenuto dalla Procura, che non ha retto al giudizio del Tribunale milanese.

    Il colosso tlc, che si era costituita anche parte civile nel procedimento, era stata rinviata a giudizio in base alla legge 231 sulla responsabilità delle aziende per i reati commessi dai propri dipendenti. La procura, nella richiesta di rinvio a giudizio, stimava 130 milioni di euro di profitti illeciti per la società e un ammontare di 503.663 schede fasulle. ABov

  • Ecco i contatori intelligenti: più servizi ma i costi salgono

    Ecco i contatori intelligenti: più servizi ma i costi salgono

    Nuovi contatori Enel multifunzionali.

    ROMA. 16 NOV. Enel sta per sostituire 33 milioni di contatori elettrici. I nuovi contatori, in sostituzione di quelli installati dal 2001 in poi, saranno cambiati a partire dal 2017 per adeguarci alle ultime tecnologie (2G, seconda generazione) e velocizzare i controlli da parte dell’utente.

    Non si tratta di un intervento di pura manutenzione, anche se Enel dice che questi contatori sono giunti al termine della loro vita utile, ci sono difatti specifici motivi per i quali si procederà al cambio. Nel fare i lavori di sostituzione l’Enel poserà anche i cavi di comunicazione per attuare il progetto di portare la banda ultralarga, su fibra ottica in ogni abitazione, poi le varie compagnie di telecomunicazione provvederanno a fornire il servizio nelle città italiane, che cablate.

    Le nuove tariffe previste insieme all’attivazione dei nuovi contatori, nell’aumentare i costi fissi e diminuire i costi del consumo, potrebbero svantaggiare di fatto chi consuma di meno e favorire chi invece ha un consumo maggiore. Dal 2018, inoltre, scomparirà la tariffa di maggior tutela, le persone potranno dunque scegliere liberamente tra le offerte messe a disposizione dai vari operatori.

    Inoltre, questo sarà il costo più criticato dal consumatore, l’installazione del nuovo contatore sarà a carico del consumatore, benché si tratti di un processo obbligatorio. Se non saranno cambiate le normative in questi mesi, il prezzo dell’installazione verrà aggiunto proprio a quello dei consumi; i costi di installazione saranno suddivisi sulle bollette delle famiglie interessate, per un aumento che può andare dai 70 euro ai 110€ a famiglia, questo aggravio di costi si avrà solo nel 2017.

    Il Ministero del Tesoro, azionista di riferimento di Enel, ha ovviamente dato la propria disponibilità a realizzare una rete in fibra ottica. La cablatura dell’ intero Paese è un business enorme: solo Telecom, ad esempio, prevede di investire oltre 3,6 miliardi nei prossimi tre anni per lo sviluppo della banda ultralarga, dobbiamo anche dire, che il piano di sostituzioni dei contatori potrebbe accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.

    Qualche mese fa Patrizia Grieco, presidente dell’ Enel, intervistata da un giornalista di Rai 2 sul ruolo della società elettrica nel dossier della banda larga, ha ribadito che «il gruppo non diventerà un nuovo operatore. Approfittiamo del fatto che andremo a sostituire i vecchi contatori con quelli di nuova generazione, avendo una rete capillare e ci limiteremo a fare una infrastruttura aperta a tutti gli operatori delle Tlc. ˗ Ha anche puntualizzato ˗ abbiamo colloqui in corso con Vodafone e Wind e anche con Telecom per fare in modo che sia sfruttata da questi operatori». ABov.

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    Nuovo contatore Enel
    Patrizia Grieco, presidente dell’ Enel,
    Nuovi contatori Enel multifunzionali.

  • Le Iene e il servizio-terremoto sui ticket dei concerti

    Le Iene e il servizio-terremoto sui ticket dei concerti

    Le Iene e il servizio terremoto sui ticket dei concerti

    MILANO. 10 NOV. E’ un terremoto quello che ha scatenato il nuovo serivizio delle Iene in merito alla vendita e ‘rivendita’ dei biglietti per i concerti.

    In pratica i redattori del telegiornale satirico, dopo la vendita lampo dei biglietti per i Coldplay, si sono dati da fare, hanno vagliato in lungo e in largo la rete trovando alcuni biglietti per i concerti in vendta ad un prezzo esorbitante su portali di ‘reticketing’, quelli di bagarinaggio, per intenderci.

    Per l’occasione sono riusciti ad entrare in contatto con una collaboratrice di uno di questi portali che, candidamente ha spiegato il meccanismo che coinvolgerebbe non solo i concerti, ma anche eventi sportivi.

    I biglietti, secondo quanto spiega la collaboratrice alla Iena Matteo Viviani, verrebbero in minima parte messi in vendita sui circuiti di vendita ufficiale, per esempio Ticket One, mentre l’organizzatore venderebbe direttamente all’operatore di ‘secondary ticketing’ un buon numero di biglietti, biglietti che verrebbero messi in vendita a prezzi stratosferici sui portali di ‘reticketing’.

    Ma la cosa, però, non si fermerebbe qui. Anche questi portali guadagnerebbero solo una percentuale, pari al 10%, con un ritorno del 90% all’organizzatore del concerto.

    A riprova di ciò le Iene sarebbero entrati in possesso di materiale, probabilmente copia di fatture di scambio di tali operazioni, nelle quali fanno bella mostra di sè aziende di primo piano nell’organizzazione di eventi.

    In particolare il servizio delle Iene avrebbe rilevato il coinvolgimento della primaria Live Nation.

    Ciliegina sulla torta è stata l’intervista di un giornalita delle Iene all’Amministratore di Live Nation Roberto De Luca che alle domande dirette e alla vista di documenti di transazioni e percentuali, ha cercato di spiegare la propria posizione, scaricando la colpa direttamente sul cantante o l’artista che richiederebbe maggiori guadagni.

    Anche l’amministratore di Ticket One, Stefano Lionetti, si è trovato in imbarazzo alla vista dei documenti e delle domande.

    Situazione completamente diversa per il fondatore di Barley Arts Promotion, Claudio Trotta. Lui, organizzatore di concerti, da tempo sostiene questi fatti al punto di aver recentemente presentato un esposto.

    Inoltre, scrive Trotta, proprio dopo il servizio delle Iene, “sto verificando insieme ai miei legali se esistano i presupposti per una azione giudiziale collettiva da parte di Assomusica e/o degli Associati che reputino di volerla sottoscrivere e di altre componenti della Filiera della Musica dal Vivo nei confronti di Live Nation per gravi danni di immagine e di credibilità a tutta la categoria”.

    La reazione è stata immediata anche da parte di alcuni artisti, primo fra tutti Vasco Rossi.

    Giamaica management, società che si occupa dei contratti di Vasco Rossi, comunica di avere attualmente sospeso ogni rapporto commerciale con Live Nation.

    Sulla pagina ufficiale Facebook di Vasco Rossi si legge, infatti, nel post ‘Secondary ticket’: “Dopo aver appreso dal servizio televisivo de Le Iene di un possibile coinvolgimento di Live Nation nella rivendita ‘secondaria’ di biglietti per i concerti in Italia, Giamaica management comunica di avere attualmente sospeso ogni rapporto commerciale con Live Nation e si riserva di agire per vie legali essendo totalmente estranea a quanto emerso dal servizio giornalistico. Giamaica ritiene che l’attività di secondary ticketing, altamente speculativa, è da tempo riconosciuta come dannosa non solo per il pubblico ma anche per gli artisti che a loro insaputa e loro malgrado si ritrovano per errore coinvolti.”

    Tiziano Ferro dice di essere “Sconcertato, amareggiato e fortemente indignato”, però mi “E’ stato assicurato e garantito che Live Nation non ha mai, oggi come in passato, immesso miei biglietti sul mercato secondario. Prendo le dovute distanze da chi ha sbagliato, adesso ho solo una priorità questo tour e i miei fan”.

    Dal canto suo Live Nation sul suo sito scrive: “In riferimento al servizio andato in onda ieri sera 8 novembre all’interno del programma televisivo “Le Iene”, Live Nation precisa e puntualizza che le affermazioni contenute nel servizio si riferivano unicamente a pochi Artisti internazionali e che nessuno degli Artisti italiani ha mai chiesto di assegnare biglietti dei loro spettacoli al mercato di vendita secondario. Ugualmente Live Nation garantisce di non aver spontaneamente immesso sul mercato secondario quantitativi di biglietti dei concerti di Tiziano Ferro, Giorgia e Marco Mengoni, attualmente in vendita”.

    Ed ora cosa succederà? L.B.

    Le Iene e il servizio terremoto sui ticket dei concerti
    Le Iene e il servizio terremoto sui ticket dei concerti
    Le Iene e il servizio terremoto sui ticket dei concerti

  • Carrefour ritira lotto La nostra Aranciata della Lurisia

    Carrefour ritira lotto La nostra Aranciata della Lurisia

    Carrefour ritira lotto La nostra Aranciata della Lurisia

    MILANO. 8 NOV. Carrefour ha deciso di ritirare dai propri scaffali “La Nostra Aranciata” della Lurisia per un possibile rischio di rottura della bottiglia.

    Si tratta della bottiglia di vetro da 750 ml. Il lotto ritirato è esclusivamente i lotti numero EAN 8032919465108 – 275 ML (lotto 3816) e EAN 8032919465146 – 750 ML (lotto 3916) con scadenza minima di conservazione (TMC) 09/2018.

    Per eventuali informazioni contattare il servizio clienti di acque minerali s.r.l. al numero verde 800-277756 (orario ufficio), oppure tramite e.mail info@lurisia.it.

    L’azienda chiede inoltre di aprire la bottiglia con attenzione, svuotare il contenuto e riportarla vuota al punto vendita per il rimborso.